CURRICULUM
CIRCA 7 MINUTI DI LETTURA.
HERMES GIMELLI
1) Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, Milano.
Laurea alla Facoltà di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo, corso di laurea in Relazioni Pubbliche e Pubblicità.
2) Master Universitario.
Management della comunicazione politica, sociale e istituzionale.
Titolo prova finale:
Corporate Social Responsibility.
3) Vancouver English Centre, Vancouver, Canada.
4) Koinètica.
Agenzia per la Comunicazione Etica e Sociale, Milano.
Copywriter.
Campagne di sensibilizzazione sul riciclaggio dell’alluminio.
Campagne contro le multinazionali del tabacco.
5) JWT – RMG: Connect.
The Relationship Marketing Group, Milano.
Copywriter.
Clienti:
SKY; Shell; Kellogg’s; Vodafone; Regione Lombardia.
PIÙ TUTTO IL MIO PERCORSO DA VENDITORE CON PROVA GRATUITA DI 7 GIORNI O DA CONSULENTE CON CENTINAIA DI PERSONE, LIBERI PROFESSIONISTI E PICCOLE/MEDIE IMPRESE CHE SI POSSONO VEDERE SU QUESTO SITO.
Quando presi la laurea, esistevano i siti, esistevano i blog, NON esistevano i social network.
Titolo tesi:
La Metafora Drammaturgica nel Ciberspazio.
Conclusione della tesi:
Internet, diventerà un eccezionale strumento di comunicazione e di promozione, non solo per le aziende o per alcune persone, al contrario, la maggior parte di noi, avrà una sua pagina web.
Online, in futuro, le pagine personali, potrebbero essere connesse tramite un sistema paragonabile ad una “chat pubblica”.
La maggior parte di noi, avrebbe così, un “pubblico”, con cui poter interagire.
Un “pubblico” di parenti, di amici, di conoscenti e anche di sconosciuti, per:
raccontare qualsiasi cosa;
mostrare foto, video, grafiche;
esprimere e scambiare giudizi, opinioni, concetti;
promuovere attività, prodotti, mostre, concerti, raduni…
Purtroppo però, vista la nostra natura, in caso di “chat pubblica”:
ci sarà una disperata ricerca di attenzioni e Internet diventerà anche una sorta di “amplificatore” dell’odio.
Molte persone, non cercheranno di comunicare, ma di esibirsi.
Molte persone, non trovandosi in un faccia a faccia offline, “protette” dallo schermo, non daranno freno alla loro aggressività.
Online, nella maggior parte dei casi, vedremo dei “personaggi”, degli “attori”, pronti a dare uno “spettacolo”, spesso, indecente.
Da come si può intuire dalla mia Tesi, ho sempre avuto una enorme passione per Internet.
Ero su Myspace e altri social, prima di tutti o, almeno, prima di tutti gli italiani e, forse, ho avuto anche uno dei primi cellulari in Italia per poi, essere ancora uno dei primi a prendere uno smart.
Quando ero su MSN, tutti usavano i messaggi del cellulare.
Ho sempre seguito gli sviluppi di tutte le tecnologie della Rete, anticipando quello che altri “professionisti” del settore capiscono quando, dal mio punto di vista, è già il passato.
UN MIO DISCORSO DI MOLTI ANNI FA, CREDO DEL 2010.
MOLTE TECNOLOGIE DOVREBBERO ESSERE CREATE, REGOLAMENTATE E USATE CON LA TESTA.
Einstein non inventò la bomba atomica.
La tecnologia (parlo di quella attuale, non di quella futura, cosciente e senziente), in fondo, non è cattiva:
sono gli uomini che, spesso, la utilizzano con cattiveria o con superficialità.
Comunque, uomo o non uomo:
il mondo, ad esempio, non è pronto per una superintelligenza artificiale forte e generale.
Potrebbe diventare il nostro nuovo Dio.
Una vera superintelligenza artificiale forte e generale può pensare, creare o farci creare cose che non capiamo.
Ad esempio, proviamo a immaginare questo scenario agli inizi del 900:
World News.
Una macchina ci ha spiegato molte tecnologie e, soprattutto, ci ha indicato la via verso Internet, un modo per comunicare con tutti da dove vogliamo e quando vogliamo.
La conseguenza, in quasi tutti i campi, sarebbe stata una totale dipendenza del mondo dal volere della sua mente onnipotente.
Di questa conseguenza, ne parlo da una vita.
Tra l’altro, la Rete e il virtuale, per mille motivi, dovrebbero ripartire da zero (anche se gli aspetti positivi sono tantissimi).
Utilizziamo pochi siti che ci manipolano e che, ormai, sono più potenti di molte nazioni.
Siamo circondati da troll, hating, siti anonimi di truffe e di fake news.
I nostri dati sono praticamente merce di scambio (almeno, un minimo, dovremmo guadagnarci anche noi).
Veniamo tracciati e monitorati in modo maniacale e condizionati dagli algoritmi.
Algoritmi che propongono contenuti adatti a ognuno di noi, spesso, sbagliando:
per quanto possa sembrare utile, in realtà creano dei tunnel, piuttosto che delle vie preferenziali (potrebbero, tranquillamente, evitare di farlo in modo così estremo).
Siamo vittime di una polarizzazione devastante che più che aprire le menti, rafforza le convinzioni.
Non riusciamo più a distinguere le immagini create digitalmente da zero dalle immagini reali, i video totalmente digitali da quelli reali, i personaggi virtuali da quelli reali (un avviso di creazione digitale, non sarebbe male, non dico che dovrebbe essere inserito nelle produzioni di film, di videogiochi, di opere d’arte ecc. ma, almeno, in altre circostanze dove il contenitore non suggerisce, al volo, che quello che si sta guardando non è reale).
Veniamo spinti a restare online il più a lungo possibile con tecniche subdole.
Tutto può essere cancellato in un secondo:
immaginiamo di essere cancellati, oppure, a livello commerciale, immaginiamo se Facebook, Google, Youtube ecc., sparissero anche per volere dei proprietari e quindi, immaginiamo la reazione di tutte le aziende che hanno speso online miliardi per presentazioni e pubblicità.
Tutto abbastanza inquietante.
A distanza di anni, non si pensa neanche di fare un’alfabetizzazione digitale seria per i bambini/teenager/adulti che possa aiutare a cogliere le opportunità della Rete e del virtuale (sono moltissime) e a evitarne le trappole, le conseguenze negative a livello psicologico, la dipendenza…
Nessuna alfabetizzazione anche se la Rete, ormai, è una presenza costante nelle nostre vite…
assurdo!
In breve:
regolamentazione intelligente, soprattutto, per realtà virtuale, robotica e intelligenza artificiale (per non parlare delle interfacce neurali e quindi, della neuroscienza, della connessione cervello/intelligenza artificiale e di come i neurodiritti debbano diventare un argomento di importanza assoluta);
meno falsità/ipocrisia/cattiveria;
meno tempo online;
meno dati regalati;
meno algoritmi, algoritmi predittivi, monitoraggio ecc.;
più sicurezza/sicurezze;
alfabetizzazione digitale come materia fondamentale da studiare dalle elementari in poi.
HERMES GIMELLI
1) Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM, Milano.
Laurea alla Facoltà di Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo, corso di laurea in Relazioni Pubbliche e Pubblicità.
2) Master Universitario.
Management della comunicazione politica, sociale e istituzionale.
Titolo prova finale:
Corporate Social Responsibility.
3) Vancouver English Centre, Vancouver, Canada.
4) Koinètica.
Agenzia per la Comunicazione Etica e Sociale, Milano.
Copywriter.
Campagne di sensibilizzazione sul riciclaggio dell’alluminio.
Campagne contro le multinazionali del tabacco.
5) JWT – RMG: Connect.
The Relationship Marketing Group, Milano.
Copywriter.
Clienti:
SKY; Shell; Kellogg’s; Vodafone; Regione Lombardia.
PIÙ TUTTO IL MIO PERCORSO DA VENDITORE CON PROVA GRATUITA DI 7 GIORNI O DA CONSULENTE CON CENTINAIA DI PERSONE, LIBERI PROFESSIONISTI E PICCOLE/MEDIE IMPRESE CHE SI POSSONO VEDERE SU QUESTO SITO.
Quando presi la laurea, esistevano i siti, esistevano i blog, NON esistevano i social network.
Titolo tesi:
La Metafora Drammaturgica nel Ciberspazio.
Conclusione della tesi:
Internet, diventerà un eccezionale strumento di comunicazione e di promozione, non solo per le aziende o per alcune persone, al contrario, la maggior parte di noi, avrà una sua pagina web.
Online, in futuro, le pagine personali, potrebbero essere connesse tramite un sistema paragonabile ad una “chat pubblica”.
La maggior parte di noi, avrebbe così, un “pubblico”, con cui poter interagire.
Un “pubblico” di parenti, di amici, di conoscenti e anche di sconosciuti, per:
raccontare qualsiasi cosa;
mostrare foto, video, grafiche;
esprimere e scambiare giudizi, opinioni, concetti;
promuovere attività, prodotti, mostre, concerti, raduni…
Purtroppo però, vista la nostra natura, in caso di “chat pubblica”:
ci sarà una disperata ricerca di attenzioni e Internet diventerà anche una sorta di “amplificatore” dell’odio.
Molte persone, non cercheranno di comunicare, ma di esibirsi.
Molte persone, non trovandosi in un faccia a faccia offline, “protette” dallo schermo, non daranno freno alla loro aggressività.
Online, nella maggior parte dei casi, vedremo dei “personaggi”, degli “attori”, pronti a dare uno “spettacolo”, spesso, indecente.
Da come si può intuire dalla mia Tesi, ho sempre avuto una enorme passione per Internet.
Ero su Myspace e altri social, prima di tutti o, almeno, prima di tutti gli italiani e, forse, ho avuto anche uno dei primi cellulari in Italia per poi, essere ancora uno dei primi a prendere uno smart.
Quando ero su MSN, tutti usavano i messaggi del cellulare.
Ho sempre seguito gli sviluppi di tutte le tecnologie della Rete, anticipando quello che altri “professionisti” del settore capiscono quando, dal mio punto di vista, è già il passato.
UN MIO DISCORSO DI MOLTI ANNI FA, CREDO DEL 2010.
MOLTE TECNOLOGIE DOVREBBERO ESSERE CREATE, REGOLAMENTATE E USATE CON LA TESTA.
Einstein non inventò la bomba atomica.
La tecnologia (parlo di quella attuale, non di quella futura, cosciente e senziente), in fondo, non è cattiva:
sono gli uomini che, spesso, la utilizzano con cattiveria o con superficialità.
Comunque, uomo o non uomo:
il mondo, ad esempio, non è pronto per una superintelligenza artificiale forte e generale.
Potrebbe diventare il nostro nuovo Dio.
Una vera superintelligenza artificiale forte e generale può pensare, creare o farci creare cose che non capiamo.
Ad esempio, proviamo a immaginare questo scenario agli inizi del 900:
World News.
Una macchina ci ha spiegato molte tecnologie e, soprattutto, ci ha indicato la via verso Internet, un modo per comunicare con tutti da dove vogliamo e quando vogliamo.
La conseguenza, in quasi tutti i campi, sarebbe stata una totale dipendenza del mondo dal volere della sua mente onnipotente.
Di questa conseguenza, ne parlo da una vita.
Tra l’altro, la Rete e il virtuale, per mille motivi, dovrebbero ripartire da zero (anche se gli aspetti positivi sono tantissimi).
Utilizziamo pochi siti che ci manipolano e che, ormai, sono più potenti di molte nazioni.
Siamo circondati da troll, hating, siti anonimi di truffe e di fake news.
I nostri dati sono praticamente merce di scambio (almeno, un minimo, dovremmo guadagnarci anche noi).
Veniamo tracciati e monitorati in modo maniacale e condizionati dagli algoritmi.
Algoritmi che propongono contenuti adatti a ognuno di noi, spesso, sbagliando:
per quanto possa sembrare utile, in realtà creano dei tunnel, piuttosto che delle vie preferenziali (potrebbero, tranquillamente, evitare di farlo in modo così estremo).
Siamo vittime di una polarizzazione devastante che più che aprire le menti, rafforza le convinzioni.
Non riusciamo più a distinguere le immagini create digitalmente da zero dalle immagini reali, i video totalmente digitali da quelli reali, i personaggi virtuali da quelli reali (un avviso di creazione digitale, non sarebbe male, non dico che dovrebbe essere inserito nelle produzioni di film, di videogiochi, di opere d’arte ecc. ma, almeno, in altre circostanze dove il contenitore non suggerisce, al volo, che quello che si sta guardando non è reale).
Veniamo spinti a restare online il più a lungo possibile con tecniche subdole.
Tutto può essere cancellato in un secondo:
immaginiamo di essere cancellati, oppure, a livello commerciale, immaginiamo se Facebook, Google, Youtube ecc., sparissero anche per volere dei proprietari e quindi, immaginiamo la reazione di tutte le aziende che hanno speso online miliardi per presentazioni e pubblicità.
Tutto abbastanza inquietante.
A distanza di anni, non si pensa neanche di fare un’alfabetizzazione digitale seria per i bambini/teenager/adulti che possa aiutare a cogliere le opportunità della Rete e del virtuale (sono moltissime) e a evitarne le trappole, le conseguenze negative a livello psicologico, la dipendenza…
Nessuna alfabetizzazione anche se la Rete, ormai, è una presenza costante nelle nostre vite…
assurdo!
In breve:
regolamentazione intelligente, soprattutto, per realtà virtuale, robotica e intelligenza artificiale (per non parlare delle interfacce neurali e quindi, della neuroscienza, della connessione cervello/intelligenza artificiale e di come i neurodiritti debbano diventare un argomento di importanza assoluta);
meno falsità/ipocrisia/cattiveria;
meno tempo online;
meno dati regalati;
meno algoritmi, algoritmi predittivi, monitoraggio ecc.;
più sicurezza/sicurezze;
alfabetizzazione digitale come materia fondamentale da studiare dalle elementari in poi.